Questa radice bianca e cremosa appartiene alla famiglia delle ombrellifere (come la carota e il sedano rapa) le cui intenzioni generali sono arricchimento ed equilibrio del sangue e la risoluzione dei gas intestinali.
Probabilmente originaria della Valle del Reno, è stata coltivata ed apprezzata nel Mediterraneo sia in epoca romana (dove era ritenuta afrodisiaca) che nel Medioevo per poi lasciare il posto alla più produttiva e calorica patata proveniente dal Nuovo Mondo.
Digestiva, diuretica e remineralizzante grazie alla ricchezza di calcio, magnesio, ferro ma soprattutto potassio. Il potassio è una componente importante dei liquidi cellulari e corporei. Aiuta a controllare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna e contrasta gli effetti dell’assunzione eccessiva di sodio che può portare all’ipertensione.
Ricca in vitamine B, C, K ed E e antiossidanti che la rendono un cibo potenzialmente antitumorale, antinfiammatorio e antifungino. Le molte fibre prevengono la costipazione e riducono il colesterolo nel sangue.
Per preservare il contenuto di vitamina C, particolarmente sensibile al calore, la cottura deve essere breve (meno di 10 minuti); inoltre, dato che i nutrienti si concentrano nella parte più esterna della radice, si consiglia di consumarla con la sua buccia.